Manusch Badaracco




BUONA VESTE, venerdi 11 dicembre dalle 19.00

Vesto i bianchi di 
realtà

il mondo corre le immagini si susseguono

ma loro sono fermi e ti 
guardano negli occhi

vogliono la tua attenzione 
e se non la trovano

ti 
lasceranno solo in una buona veste



Cio' da cui nascono i suoi quadri sono 
sensazioni epidermiche, emotive e improvvise. Come una danza, fatta proprio di 
istintività e non di riflessione, queste tele sono il frutto di sensibilità che 
cerca un'espressione -carnale e fisica-. Si parte dalle emozioni che nella vita 
di tutti i giorni colpiscono l'artista: "Durante il giorno vengo, come tutti, 
travolta da un'infinità di immagini, provenienti dalle situazioni piu' diverse 
del quotidiano. Queste immagini si riversano poi sulla tela seguendo le 
emozioni che quel ricordo mi suscita". La trasposizione sulla tela ha come 
effetto "qualcosa di molto diverso rispetto a cio' da cui sono partita" rivela 
l'artista. Persone conosciute, situazioni concrete e reali, vissuto quotidiano, 
immagini talvolta bloccate con una fotografia: questi elementi rubati dall'artista al suo stesso entourage, si trasformano nei volti rigenerati che popolano i suoi quadri, visi che non si evolvono come ritratti, ma come -maschere-, spesso deformate. Testimonianze di un'emozione e di un evento reale, 
spogliate delle loro determinazioni e caratteristiche -mondane- specifiche: 
visi ridotti a pure fisionomie isolate in un fluido denso e colorato. Sfondi 
colorati che avvolgono prepotentemente i personaggi, deformazioni dei volti: 
diversi elementi contribuiscono a sconvolgere le immagini bloccate sulla tela: 
e' cosi' che l'artista rivela quello che e' all'origine del suo lavoro, "sono 
sensazioni che mi invadono e mi annullano. La pittura e' per me una cosa 
fisica, come mangiare e bere, una necessità che mi travolge e impone di 
rielaborare quelle sensazioni trasformandole in immagini". Un magma di colore 
avvolge e protegge le figure: esso genera una sospensione, forse una fuga, dal 
mondo reale, al quale si oppone come non-luogo, fatto di cromie pure e di 
flutti, dove l'unico obbligo e' quello di immergersi nella massa che circonda 
le figure. Si tratta di un limbo vuoto che allo stesso tempo protegge, 
affascina e inquieta. Alcuni visi vengono deformati dal colore, i contorni del 
volto, ultimo elemento di determinazione rimasto in questo spazio vuoto, si 
dilatano e si sfaldano. L'abbandono e' totale: una sorta di trance o di oblio 
si e' impossessata delle figure, che non hanno possibilità di reagire, 
subiscono le distorsioni imposte senza opposizione, quasi senza esserne 
coscienti. Attraverso una sorta di lente deformante e colorata Manusch 
Badaracco ci propone un -mondo parallelo- ove i punti di riferimento risultano 
sovvertiti o completamente assenti.


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